E’ tempo da neve!
così si dice guardando all’ insù il cielo, che si mostra grigio, uniforme, immobile. A questo di solito, segue la frase tipica: speriamo non nevichi, ma sul più bello qualche fiocco inizia a scendere: lentamente, appoggiandosi con delicatezza al suolo. Uno dopo l’altro.
Così comincia una giornata di neve.
Per chi vive in pianura, questo evento, non è certo facile da affrontare: traffico in tilt, il ghiaccio, spargisale che non passano.
Dover salire in macchina alle h 7.20 del mattino per andare al lavoro non è certo una passeggiata.
Ma nonostante ciò, devo ammettere come in questa circostanza sia pervasa da un entusiasmo che sà d’infanzia, di voglia di uscire per non perdere un attimo dello spettacolo che sta andando in scena.
E così fuori a camminare sulla neve fresca, immacolata, guardando ancora con stupore le proprie impronte.
Le mani sono congelate, le dita impacciate cercano di premere il tasto di una macchina fotografica, che non può mancare in questa circostanza.
Il paesaggio non sembra più quello di un’ora fà .
E’ tutto vestito di bianco, come una sposa, i rumori si allontanano ed il silenzio fà da sottofondo, come una musica da inventare.
Vorrei che tutto rimanesse così fin tanto da esserne sazia.
Ed ecco, sul più bello, un raggio di sole coraggiosamente vuole farsi spazio tra le nuvole: la luce cambia, i minuscoli fiocchi che prima affollavano il cielo, cominciano a diradarsi fino a sparire.

Lo spettacolo sta per terminare, ma per lasciare spazio ad un altro sipario, sicuramente il più atteso.
Da sotto la coltre di neve arriveranno nuove gemme e nuove radici … da sotto la coltre di neve arriverà nuova vita.
